Presentazione

In una società che si configura sempre di più come un contenitore, quasi uno scaffale, di supermercato, non è possibile eludere alcuni interrogativi che riguardano questioni fondamentali di un futuro che, per non dovere essere subìto, richiede ruoli sociali, e per ciò stesso individuali, adeguati.

Inclusione o acquisizione.

la caratteristica della società aperta, della globalizzazione, è saltare a piè pari ogni codificata forma di confine, di riserva, di limite. Ciò che la caratterizza, almeno nella visione di governo dei processi che è dinanzi ai nostri occhi, è lo spazio pregiudiziale del mercato, dato per acquisito come naturale, un’area apparentemente neutra, caratterizzata dalla virtualità di molte forme di scambio, in effetti estremamente artificiale e interessata poiché le piazze sono ogni angolo del pianeta, e per disporne non occorre neppure pagare per l’occupazione del suolo pubblico. L’ obiettivo è, in questa direzione, semplicemente offrire prodotti appetibili, ricercati, acquistati. Per il destinatario dell’offerta, per il potenziale acquirente, però, osservare i banchi di esposizione o essere visitato, anche attraverso la rete, da un venditore esperto e seducente, non è sufficiente. Occorre poter comperare, avere il denaro; saper fare acquisti oculati, in base all’utilità o al piacere che ne deriva. Il mercato è come una calamita, un hard discount aperto 24ore, accogliente e caldo, concepito perché chi vi entra non possa resistere alle tentazioni e ne esca avendo comperato qualcosa pur piccola e si sia ristorato almeno con un cappuccino. Il mercato, di per sé, non è un meccanismo di inclusione, di convivialità delle differenze: attrae per trattenere, fidelizzare il cliente, perché possa essere tratto profitto. Il mercato (che poi non è così impersonale, dal momento che a configurarlo sono soprattutto venditori) di per sé acquisisce clienti, ai quali spetta di attrezzarsi, di essere capaci di intelligenza e discernimento negli acquisti, di sapersi orientare tra le necessità, le opportunità ed i capricci, le mille seduzioni e le sirene che costituiscono il rumoroso bazar.

Ridisegnare un argine

 Un argine esiste, anche se spesso rischia di rimanere prevalentemente teorico, poiché non ha la stessa forza del mercato. Ed è l’argine della consapevolezza delle persone e di una società che sappiano ridisegnare e finalizzare ogni forma libera di partecipazione, quindi anche mercantile, definendo la sua compatibilità con i principi universalistici che sono alla base della nostra democrazia, della nostra costituzione; della carta dei diritti dell’uomo, del progetto politico di costruzione di un europa fatta di cittadini e dai cittadini. La necessità (e l’argine) è, quindi, la ri-costruzione dei fondamentali, dei codici di comportamento, dei valori che costituiscono e identificano una società. Quella liquida, sulla quale s. Bauman ha speso molte pagine che fanno riflettere, quella in continuo sommovimento, caratterizzata dalla competizione tra individui che riproduce scale di accesso sempre più ardite, selezione ed esclusione come voglia di primato, può essere ricomposta se ampia è la capacità della ricerca di risposte di senso, di senso democratico. A questa condizione si può parlare di inclusione e coesione sociale, di società cognitiva per il ben- essere, la dignità, la giustizia e l’equità; di capacità di qualificare il mercato con l’offerta di prodotti che sono di per sé sostenibili nell’ecosistema umano.

Dalla fragilità alla progettualità

Uno dei punti deboli del percorso delineato è rappresentato dalla fragilità delle giovani generazioni, alle quali viene consegnato quotidianamente un modello di adulto altrettanto disorientato, contraddittorio. Si pone un’urgenza: la risposta responsabile all’emergenza educativa, con i rischi che comporta. Se l’educazione è un investimento per il futuro, l’ educazione alla cittadinanza è un investimento per il futuro democratico d’europa. La democrazia non è qualcosa di scontato, né un concetto astratto. Esige investimento e azioni responsabili dei cittadini nel quotidiano. In un’epoca dove i giovani disertano i luoghi della polis e la vita pubblica e sociale, è urgente porsi la questione dell’educazione alla cittadinanza democratica - un investimento a lungo termine per la promozione dei diritti umani, della tolleranza/condivisione e del pluralismo culturale. Il consiglio d’europa stabilì che il 2005 fosse l’anno europeo della cittadinanza attraverso l’ educazione, per incoraggiare l’applicazione concreta delle promesse dei responsabili politici che si erano impegnati ad adattare la raccomandazione ai sistemi educativi dei loro rispettivi stati.

Educare alla cittadinanza

L’educazione alla cittadinanza, per l’europa, fa riferimento esplicito e priotitario all’istruzione/formazione scolastica, che ha come obiettivo quello di dotare i giovani della capacità di contribuire allo sviluppo e al benessere della società nella quale vivono come cittadini responsabili e attivi. Nel vasto campo coperto dai suoi obiettivi e dal suo contenuto, tre sono gli aspetti tematici chiave, a mio parere, dell’educazione alla cittadinanza che, essenzialmente, deve cercare di sviluppare negli alunni una cultura politica (preoccupazione per la polis), un pensiero critico e certe attitudini e valori, una partecipazione attiva. Lo sviluppo di una cultura politica può comprendere:

  • lo studio delle istituzioni sociali, politiche e civiche, così come dei diritti umani;
  • lo studio delle condizioni in cui gli individui possono vivere in armonia, le questioni sociali e i problemi sociali attuali;
  • la preparazione dei giovani all’esercizio dei loro diritti e doveri come sono definiti nelle costituzioni nazionali;
  • la promozione del riconoscimento dell’eredità culturale e storica;
  • la promozione del riconoscimento della diversità culturale e linguistica della società.

Lo sviluppo di un pensiero critico e delle attitudini e valori si basa, per esempio, su:

  • l’acquisizione delle competenze necessarie alla partecipazione attiva alla vita pubblica come cittadino responsabile e critico;
  • lo sviluppo del riconoscimento e del rispetto di sé e degli altri allo scopo di favorire una maggiore comprensione reciproca;
  • l’acquisizione della responsabilità sociale e morale, compresa la fiducia in sé e un comportamento responsabile verso gli altri;
  • il consolidamento dello spirito di solidarietà;
  • la costruzione di valori che tengano pienamente conto della pluralità dei punti di vista all’interno di una società;
  • imparare ad ascoltare e a risolvere pacificamente i conflitti;
  • imparare a contribuire a un ambiente sicuro;
  • investire sull’istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita;
  • lo sviluppo di strategie più efficaci per lottare contro il razzismo e la xenofobia.

Infine, la partecipazione attiva degli alunni può essere incoraggiata attraverso i seguenti mezzi:

  • permettendo loro di essere coinvolti maggiormente nella comunità in senso lato (a livello internazionale, nazionale, locale e scolastico);
  • offrendo loro un’esperienza pratica di democrazia a scuola;
  • sviluppando la capacità individuale a impegnarsi gli uni verso gli altri;
  • incoraggiando gli alunni a sviluppare iniziative congiunte con istituzioni (come associazioni, organizzazioni internazionali e organismi pubblici) e progetti che implichino altre comunità.

Investire su istruzione formazione

Ogni stato membro dell’unione è impegnato a sviluppare l’offerta di competenze chiave per tutti, nell’ambito delle strategie di apprendimento permanente, nel quadro di riferimento europeo, per assicurare che l’istruzione e la formazione iniziale offrano a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li prepari alla vita adulta e costituisca la base per ulteriori occasioni di apprendimento (lifelong learning), per tutta la vita, compresa la vita lavorativa. In ordine poi alle strategie di inclusione e coesione sociale, sulle quali vi è altrettanto vasta letteratura di indirizzo e direttiva dell’unione europea, occorre tenere conto di quei giovani che, a causa di svantaggi educativi determinati da circostanze personali, sociali, culturali o economiche, hanno bisogno di un sostegno particolare per realizzare le loro potenzialità educative. Da qui la considerazione degli specifici bisogni delle comunità, le quali direttamente sono poi chiamate, sussidiariamente, a intraprendere azioni, delineare percorsi, coinvolgere nella concertazione, definire strategie, modalità di valutazione in progress, per conseguire gli obiettivi che consentano loro la consapevolezza di aver avviato un’esperienza irrinunciabile. Un’infrastruttura, culturale e materiale, adeguata al capitale umano sociale così configurato, per l’istruzione e la formazione, a partire da quella dell’obbligo, che possa poi evolvere in permanente e quindi lungo tutto l’arco della vita, richiede la disponibilità di insegnanti e formatori, procedure di convalida e valutazione, misure volte ad assicurare la parità di accesso sia all’apprendimento permanente sia al mercato del lavoro, e il sostegno per i discenti. La coerenza dell’offerta di istruzione e formazione, rivolta ai singoli cittadini, e quindi anche ai giovani, potrà essere raggiunta mediante forti nessi con la politica dell’ occupazione e la politica sociale, la politica culturale, la politica dell’innovazione e con altre politiche che interessano i giovani nonché mediante la collaborazione con le parti sociali e ogni altro soggetto comunque interessato.

Ripartire dalla consapevolezza

Queste, tra tante altre che emergono dal documento ‘di servizio’ che giustifica la mia breve riflessione, sono le ragioni per cui ci siamo spesi nell’indagine sulla dispersione scolastica e formativa, avanzando altresì delle ipotesi di lavoro futuro, anche immediato. Affidiamo al confronto, che confidiamo scaturisca dalla conoscenza del rapporto e dei documenti che lo accompagnano, la possibilità, per la comunità locale, di tradurre in strategie operative partecipate gli elementi di consapevolezza di una situazione che, nella problematicità, deve condurre a trovare le coordinate di partecipazione consapevole al processo di costruzione della cittadinanza europea per tutti. Significherà, ove ciò accada, che alla consapevolezza del rischio questa comunità saprà rispondere con adeguata responsabilità educativa.

Giuseppe Negro
Presidente A.SC.LA.

 
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